Bonus mamme 2025: novità per le lavoratrici autonome e professioniste
Nel 2025 sarà l’INPS a erogare il bonus mamme anche alle libere professioniste iscritte alle proprie casse previdenziali. Il contributo mensile, pari a 40 euro, spetterà anche se si è lavorato solo per una parte del mese.
Il Decreto Legge n. 95/2025, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 giugno, introduce alcune novità rispetto alla bozza diffusa nei giorni scorsi. In particolare:
- Slitta al 2026 l’esonero contributivo previsto dalla Legge di Bilancio 2025.
- Al suo posto, viene introdotto un bonus esentasse e senza contributi previdenziali, destinato a specifiche categorie di madri lavoratrici.
A chi spetta il bonus da 40 euro al mese
Il nuovo bonus è destinato a:
- Madri con almeno due figli, fino a quando il figlio più piccolo non compie 10 anni;
- Madri con almeno tre figli, fino a quando il figlio più piccolo non compie 18 anni, ma solo se non hanno un contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato.
Chi può richiederlo
Possono richiedere il bonus tutte le lavoratrici:
- con reddito annuo da lavoro non superiore a 40.000 euro (non è ancora chiaro se riferito al 2024 o al 2025);
- dipendenti (non domestiche);
- autonome, iscritte alla Gestione separata INPS o alle casse previdenziali professionali.
Il contributo matura ogni mese in cui è presente attività lavorativa, anche solo per una parte del mese, e viene pagato in un’unica soluzione a dicembre, fino a un massimo di 480 euro annui.
Esonero contributivo per madri con contratto a tempo indeterminato
Per le madri con almeno tre figli che hanno un contratto a tempo indeterminato, resta in vigore l’esonero contributivo già previsto dalla Legge di Bilancio 2024 (Legge 213/2023, art. 1, comma 180). In questo caso:
- L’esonero vale fino a 3.000 euro all’anno (massimo 250 euro al mese);
- È soggetto a tassazione;
- Si perde se il contratto a tempo indeterminato termina (salvo nuova assunzione con la stessa tipologia contrattuale);
- Il lavoro domestico è escluso anche in questo caso.
Cosa succede in caso di cambio contratto
Il decreto prevede che, in caso di passaggio da un contratto a tempo indeterminato a un contratto determinato o al lavoro autonomo, le due forme di aiuto (bonus e esonero contributivo) possano alternarsi.
Infatti, il bonus di 40 euro può essere erogato per ogni mese in cui:
- sia un’attività lavorativa,
- non si ha un contratto a tempo indeterminato,
- si rispettano i limiti di reddito.
Questo significa che anche in caso di cambiamento del tipo di contratto, il sostegno economico sarà garantito per i mesi in cui si lavora, purché si rispettino i requisiti richiesti.